Chissà quando mi passa, Allora si ferma una macchina davanti ad una di quelle feste carnevalesche di paese ad Arbedo _era un febbraio del 95_ Scende il tizio che guidava, si mette li davanti al mezzo e guarda nel vuoto tutti quei ragazzi in maschera che giocavano nella notte, mentre un tizio di colore accende una molotov e la scaglia dentro la finestra di una casa aperta. Inosservati da tutti se non da me che non avevo trovato nessuno con cui parlare, giocare e scherzare. Lasciarono tutto in un silenzio agghiacciante. Aspettavo ancora dopo quei tre minuti in cui il fuoco aveva raggiunto il secondo piano che il petardo esplodesse…
Certi luoghi sono sacri. E guai a perturbarvi il sonno. Camminavo spesso per la Magliasina consapevole di essere osservato da qualcosa, una lingua sul Lago Ceresio, meta di passeggiate con il proprio cagnolino. Era l’anno del tabacco: Ecco la tua nave sta per salpare, queste furono le ultime parole di un docente d’asilo tale Visconti mentre lentamente accecava stuprava e squartava le sue vittime. E non tutte le squartava certo. Oggi vi passai su queste rive ad esplodere dei petardi perché carnevale un po’ fuori dall’abitato e boschivo tremendamente ideale. Inconsapevoli di tanto ardore paranormale.
Arrivati sul posto una breccia lieve, qualche foglia iniziò a muoversi verso di noi nella più priva evidenza di questa e la nostra distrazione… che qualche foglia trasaliva quasi si avvicina qualcuno? ricordo che mi chiesi perché guardando il vuoto, vi avvicinate così. Improvvisamente un albero inizia a vibrare pesantemente lasciando cadere diversi germogli secchi, ma non c’era nessuno lungo tutta la riva. Sparammo diversi petardi di categoria P1 senza licenza pirotecnica necessaria ed essendo la riva del lago si udiva lo scorcio della montagna che si alzava su Montagnola con un eco e ritardo, sottovalutavo tanto ardore della polvere. Inosservati di questo e altro le urla di una signora: Smettetela Basta sparare, Così dopo averla rassicurata consigliai un silenzio e di andare via da lì. La signora intimò di avere già avvisato la polizia, ma a nostro modo di vedere la circostanza era poco credibile. a me é morto il cane. Nel mentre che mi allontanavo con il mezzo, due pattuglie passarono in senso di marcia inverso a sirene spianate. Mi costituisco poco dopo in un posteggio con il sacchetto in cui vi erano ancora i petardi, dopo mementi di controllo identità e perquisizioni vari la procedura scattata era esplosione colpi con arma da fuoco, ci hanno lasciato il passo all’evidenza dei mortaretti.
Iniziai a pensare a tatto di quell’eco e tanto di questa montagna a questo suono quasi grafico, alle rive di questa sponda di cui ancora chiedono di farli uscire.
Dedicando al nostro piccolo di cervo che ora conta 6anni in corna, tutto il servito.